mercoledì 6 giugno 2007

Ecco il Pantheon della Lega




Grazie a Malvino ho scoperto questo articolo.

Lo incollo qui. Dal Corsera del 2 Giugno 2007

Miglio, Mobutu, Weil: ecco il Pantheon della Lega
Tra i nomi anche il liberale Einaudi e il regista Bergman

Il costituzionalista comasco Gianfranco Miglio e lo sceneggiatore della «Ciociara» Cesare Zavattini. La scrittrice anti Islam Oriana Fallaci e il poeta e padre spirituale dell' Africa Leopold Sédar Senghor. Il discusso filosofo tedesco Ernst Jünger e l' autore del «Compagno» Cesare Pavese. Il creatore di Corto Maltese Hugo Pratt e il grande storico Federico Chabod. Il liberale Luigi Einaudi e il dittatore dello Zaire Mobutu.

È piuttosto variegato il neonato Pantheon della Lega, una vertiginosa lista di 82 nomi che delinea la Weltanschauung leghista. Un intreccio di temi identitari, federalisti e cattolico-tradizionalisti della Lega, ma anche un' inedita apertura verso territori poco frequentati dal Carroccio, con incursioni a sinistra. E (solo) due concessioni a donne: la Fallaci e la filosofa mistica, già di sinistra, Simone Weil. Dal celodurismo di Umberto Bossi allo psicologismo di Ingmar Bergman, il passo è decisamente lungo. Ma il Pantheon - elaborato per la Fondazione federalista per l' Europa dei popoli lanciata dal Parlamento del Nord presieduta da Mario Borghezio - è anche un tentativo per dare nerbo intellettuale e solidità storica alle rivendicazioni popolari che hanno fatto la fortuna della Lega. «Ci hanno dato degli ignoranti - spiega il presidente della Lega Angelo Alessandri - e in effetti spesso abbiamo solo urlato. Ma ora li stiamo fregando, come dimostra il nostro successo alle urne: sta venendo su una nuova classe dirigente colta, che studia».

Alessandri, emiliano, ha indicato per il Pantheon il nome di Zavattini: «Fu lui insieme a Brera a coniare il termine Padania, anche se loro accentavano la i finale». Magari la loro Padanìa non era esattamente come quella leghista. «Certo. Ma ricordiamoci che fu Guido Fanti, ex presidente dell' Emilia Romagna, comunista, a ipotizzare una macroregione nel Nord». Borghezio ha proposto tra gli altri Adriano Olivetti - «un imprenditore illuminato di sinistra che la sinistra ha dimenticato» -, lo storico revisionista Ernst Nolte, Hugo Pratt («sono un collezionista di Corto Maltese») e perfino Mobutu Sese Seko. Ma non era un dittatore sanguinario? «Dittatore sì, ma non sanguinario - replica Borghezio - Sono un cultore della sua politica dell' authenticitè. E poi ha liberato il suo popolo dal colonialismo».

L' elenco - tra gli altri anche Carducci, Porta, Soldati e Bobby Sands - verrà stampato nel primo numero della rivista della Fondazione, che vedrà la luce a fine mese, a cui collaborerà anche Daniela Santus, della comunità ebraica torinese e della fondazione Farefuturo di Gianfranco Fini. E insieme a lei anche Alexander Del Valle, autore di «Totalitarismo islamista» - un feroce pamphlet antislamico con commento di Oriana Fallaci -, ma anche consigliere politico di Sarkozy. Qualche giorno fa, Maroni aveva già evocato per la Lega il modello transalpino, spiegando che «è ora di finirla con i toni beceri: meglio Sarkozy di Borghezio e Boso». Borghezio non se l' è presa e, come si è visto, ha celermente abbandonato Le Pen per Sarkò.

Si vedrà se la tendenza sarà confermata a Pontida, nel tradizionale raduno che si svolge domani. Roberto Calderoli - che non ha partecipato al Pantheon, «mi pare un po' una macedonia» - ha trasformato il raduno in una sorta di talk show, con interviste ai politici e comizio finale di Bossi. Grande l' attesa per il Senatùr, per il faccia a faccia Maroni-Calderoli e per l' arrivo del neovicesindaco di Lampedusa, la scatenata Angela Maraventano. Non mancherà il Bepi, popolare cantante bergamasco, autore di «Cosa ga det dré ai terù?»



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